Fari - Antiabbaglianti

Idea n. 33

Cfranco 5 – 8 – 1940
(N.D.R.: vedasi disegno in foto). Ambedue gli automezzi incrociantisi dovrebbero essere muniti del dispositivo a fianco illustrato e descritto in leggenda. Quando l’illuminazione reciproca dei due mezzi è tale da eccitare le cellule fotoelettriche (sistema di abbagliamento) queste eccitano gli amplificatori che mettono in azione gli schermi di luce e di vista in opposizione di fase tra l’uno e l’altro automezzo. Con ciò quando il proprio faro fa luce l’altro è oscurato e quando fa luce l’avversario è oscurata la vista al primo guidatore. Se la frequenza è ultra visiva (>20 v) ognuno dei due guidatori vede l’automezzo avversario come questi avesse i fari spenti. Risultato pertanto assoluto. Per poterlo impiegare, tale sistema avrebbe bisogno dell’aiuto della legge? Non è detto, perché chi l’adottasse da solo potrebbe impiegarlo si solo con coloro i quali pure l’hanno adottato, ma dato l’effetto assoluto di soluzione completa molto probabilmente il sistema si diffonderebbe da solo (pensa ai camionisti che viaggiano quasi sempre di notte). Naturalmente la sensibilità delle cellule fotoelettriche ([omissis] da acconce lenti) dovrebbe essere tale da far entrare in funzione i dispositivi alla distanza di abbagliamento.

Leggenda: s = schermo elettromeccanico pulsante (che intercetta la luce del foro a determinata frequenza); S = “ “ “ (“ “ la vista del guidatore, in fase con s); F = cellula fotoelettrica sollecitata dall’illuminazione dell’automezzo sopraggiungente; A = amplificatore a valvole termoioniche con autofrequenza ultravisiva (20 periodi) innescato da F e capace di far azionare s e S; L = lenti acconce.