Televisione

"Scopo di questa pubblicazione è di esporre, in forma molto schematica. il principio su cui si basa la radio-televisione; e soprattutto di porre in grado ogni radioamatore di realizzare con facilità e modestissima spesa il più semplice apparecchio che gli consenta la visione di ciò che viene trasmesso dai lontani studi delle radiostazioni che diffondono la televisione.

Fu nostra particolare cura di omettere le espressioni scientifiche o tecniche che avrebbero compromessa la chiarezza della esposizione per coloro ai quali ci lusinghiamo possa interessare questa nostra pubblicazione, considerato che essi possano essere digiuni di cognizioni elettrotecniche.

RADIO 1 BW"

Siamo nel 1930 quando i fratelli Giovanni e Bruno Fracarro, titolari dell'azienda che ancora  si chiamava RADIO 1 BW, realizzano questa straordinaria pubblicazione, conservata al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano.

Si tratta di un vero e proprio manuale di istruzioni per la costruzione di quello che viene considerato il prototipo della moderna televisione; si può realizzare facilmente con il kit che i fratelli mettono in commercio, comprendente la lampada al neon e il Disco di Nipkov, vero fulcro del sistema.

Con il loro dispositivo i fratelli Fracarro furono i primi in Italia a ricevere i segnali televisivi trasmessi dalla BBC, che aveva iniziato la sperimentazione di questa nuova tecnologia grazie agli studi dello scozzese John Logie Baird.

Questo sistema di ricezione, che si basa sulla scansione meccanica dell'immagine, comporta molte limitazioni dal punto di vista della definizione delle immagini. Per tali motivi, pur rimanendo fondamentale per lo studio della ricezione dei segnali, viene quindi superata dalla tecnologia elettronica.

Il televisore meccanico realizzato dallo scozzese Baird

Idea n. 14
L'idea della costruzione della televisione viene annotata nel 1930 nel Libro delle Idee,

Torino 25-6-1930 È risaputo come la maggiore difficoltà che si incontra per effettuare, sia per filo sia per radio, una comunicazione televisiva risieda nel fatto di avere due organi nelle due stazioni che si muovono (che ruotano) in perfetto sincronismo.
Oso anzi dire che si deve ricercare in questa e solo in questa particolare difficoltà la ragione di un mancato repentino sviluppo.
Ecco l’idea: considerando che le reti di illuminazione elettrica urbana tendono ad essere poste in derivazione in modo da essere tutte alimentate anche per vastissime regioni (Lombardia e Piemonte per esempio) con la stessa esatta frequenza e forse si può pensare di utilizzare nel raggio utile di una eventuale trasmissione radiotelevisiva la possibilità di sincronismo ottenuta nell’alimentare il trasmitter e tutti i ricevitori con motorini sincroni derivati da tale rete.

 

(N.D.R.: vedasi disegno in foto).

Giova qui richiamare un semplice sistema di rivelatura: una piastra opaca e munita di un forellino coperto da un filo di ferro dolce che può oscillare in un piano parallelo ad a per effetto di un piccolo magnete percorso dalla corrente da rivelare.
Le oscillazioni del filo scoprendo più o meno il forellino controllano una maggiore o minore quantità di luce che dopo la selezione data dal disco sincrono formava l’energia.

Prev Next